Page 18 - Manuale Servizi all'infanzia 11034
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SERVIZI ALL’INFANZIA
Da un punto di vista operativo, le strategie da adottare sono elaborate dal gruppo di lavoro interdisciplinare
composto dal Coordinatore pedagogico e dagli educatori referenti, dai genitori e dagli specialisti socio-sanitari
che seguono il bambino. L’attuazione di tali interventi può prevedere l’assegnazione di un educatore d’appoggio.
Le strategie di approccio in questi casi poggiano su tre pilastri:
1. Osservazione e definizione della condizione di bisogno;
2. Progettazione educativa individualizzata e condivisa con i servizi socio-sanitari del territorio e le famiglie
interessate;
3. Ricalibrazione continua dell’intervento.
Interventi per la disabilità: per l’inserimento di bambini disabili esistono procedure codificate dalla normativa.
Nel 1992, con l’approvazione della Legge Quadro n.104 sulla disabilità viene sancito il diritto all’inserimento negli
asili nido. Il DPR del 24 febbraio 1994 equipara il nido alle scuole, dispone la struttura del Profilo Dinamico
Funzionale e definisce gli step per la realizzazione e la verifica del PDF e del Piano Educativo Individualizzato (PEI).
Da un punto di vista operativo, il gruppo di lavoro interdisciplinare (composto dal Coordinatore pedagogico e dagli
educatori referenti, dai genitori e dagli specialisti socio- sanitari che seguono il bambino) elabora il PEI in base al
PDF elaborato con l’Unità Multidisciplinare di competenza sulla base della Diagnosi Funzionale.
Svantaggio sociale: Per i bambini con svantaggio sociale verrà attivata una co-progettazione con i Servizi sociali di
riferimento mirata ad una presa in carico globale del nucleo familiare, in cui siano programmati con attenzione i
momenti di osservazione al nido, di restituzione al SS e di ricalibrazione; per i bambini di culture differenti obiettivo
prioritario è la loro integrazione prevedendo la realizzazione di specifici percorsi di educazione interculturale.
Per la migliore integrazione di tutti questi bambini, il Coordinatore pedagogico e gli educatori del nido avviano
prioritariamente tutte le azioni utili per rendere operativa la collaborazione fra nido e famiglia, in un rapporto di
confronto e di scambio reciproco: ►concordando con i genitori le modalità e i tempi più opportuni dell’inserimento;
►ricercando raccordi e continuità significative tra contesto del nido e contesto famigliare, ►organizzando una
riunione all’inizio dell’anno con i genitori, le figure sociali e sanitarie di riferimento, per una conoscenza reciproca e
per condividere le linee di intervento, ► prevedendo incontri periodici.
Educazione Interculturale: si parte dal principio che il nido possa essere un luogo di incontro e di scambio,
all’interno dei quali adulti, immigrati e autoctoni hanno la possibilità di conoscersi e di confrontare pratiche,
relazioni e linguaggi rivolti a bambini piccoli e piccolissimi. Nei contesti educativi avvengono, spesso senza averne
consapevolezza, significativi processi di mediazione interculturale. In particolare, gli adulti immigrati, diventati
genitori, sono sollecitati a porsi importanti interrogativi rispetto alla loro visibilità sociale all’interno del contesto
scolastico e al loro ruolo educativo nei confronti dei figli.
Per favorire il processo di integrazione interculturale, si intende attuare una serie di azioni significative e nel
contempo agire sull’ambiente del nido. Il progetto prevede alcuni principali elementi: la presenza nel nido di
materiali e sussidi diversi che danno visibilità a culture di altri paesi (libri, cartelloni, bambole e giocattoli, materiale
musicale, fotografie ..); la valorizzazione della lingua d'origine dei diversi bambini, promuovendo diverse azioni,
fra cui: storie, tradizioni, racconti, filastrocche e canzoni (con il 15 coinvolgimento dei genitori), canti,
letture, balli, drammatizzazione di favole o storie dei paesi di provenienza, musiche; il coinvolgimento
dell’associazionismo locale nell’organizzazione di feste ed eventi finalizzati alla reciproca conoscenza e all’incontro.
Nota UNI11034: La struttura deve definire, in un'apposita sezione del progetto educativo, modalità specifiche di accesso ed
erogazione del servizio nel caso di bambini con deficit o con svantaggio sociale
4.7 Attuazione del progetto educativo
La Cooperativa sociale Assistenza 2000 tiene sotto controllo le varie fasi del progetto educativo grazie ad una serie di
moduli che registrano l’andamento dei progressi del bambino. In questo modo resta traccia del percorso effettuato
durante l’anno ed è possibile modificare le attività in caso si renda necessaria un rimodulazione delle stesse.
4.7.1 Ambientamento
4.7.1.1 Realizzazione fase di ambientamento
L’ambientamento è una fase iniziale e delicata che rappresenta l’ingresso del bambino nella struttura ed il primo
distacco dai genitori. Per poter svolgere correttamente questa fase le educatrici hanno a loro supporto degli
elementi in input di cui possono valersi. E’ presente infatti una Scheda ingresso che, oltre a riportare i dati
Assistenza 2000 18 / 32
Da un punto di vista operativo, le strategie da adottare sono elaborate dal gruppo di lavoro interdisciplinare
composto dal Coordinatore pedagogico e dagli educatori referenti, dai genitori e dagli specialisti socio-sanitari
che seguono il bambino. L’attuazione di tali interventi può prevedere l’assegnazione di un educatore d’appoggio.
Le strategie di approccio in questi casi poggiano su tre pilastri:
1. Osservazione e definizione della condizione di bisogno;
2. Progettazione educativa individualizzata e condivisa con i servizi socio-sanitari del territorio e le famiglie
interessate;
3. Ricalibrazione continua dell’intervento.
Interventi per la disabilità: per l’inserimento di bambini disabili esistono procedure codificate dalla normativa.
Nel 1992, con l’approvazione della Legge Quadro n.104 sulla disabilità viene sancito il diritto all’inserimento negli
asili nido. Il DPR del 24 febbraio 1994 equipara il nido alle scuole, dispone la struttura del Profilo Dinamico
Funzionale e definisce gli step per la realizzazione e la verifica del PDF e del Piano Educativo Individualizzato (PEI).
Da un punto di vista operativo, il gruppo di lavoro interdisciplinare (composto dal Coordinatore pedagogico e dagli
educatori referenti, dai genitori e dagli specialisti socio- sanitari che seguono il bambino) elabora il PEI in base al
PDF elaborato con l’Unità Multidisciplinare di competenza sulla base della Diagnosi Funzionale.
Svantaggio sociale: Per i bambini con svantaggio sociale verrà attivata una co-progettazione con i Servizi sociali di
riferimento mirata ad una presa in carico globale del nucleo familiare, in cui siano programmati con attenzione i
momenti di osservazione al nido, di restituzione al SS e di ricalibrazione; per i bambini di culture differenti obiettivo
prioritario è la loro integrazione prevedendo la realizzazione di specifici percorsi di educazione interculturale.
Per la migliore integrazione di tutti questi bambini, il Coordinatore pedagogico e gli educatori del nido avviano
prioritariamente tutte le azioni utili per rendere operativa la collaborazione fra nido e famiglia, in un rapporto di
confronto e di scambio reciproco: ►concordando con i genitori le modalità e i tempi più opportuni dell’inserimento;
►ricercando raccordi e continuità significative tra contesto del nido e contesto famigliare, ►organizzando una
riunione all’inizio dell’anno con i genitori, le figure sociali e sanitarie di riferimento, per una conoscenza reciproca e
per condividere le linee di intervento, ► prevedendo incontri periodici.
Educazione Interculturale: si parte dal principio che il nido possa essere un luogo di incontro e di scambio,
all’interno dei quali adulti, immigrati e autoctoni hanno la possibilità di conoscersi e di confrontare pratiche,
relazioni e linguaggi rivolti a bambini piccoli e piccolissimi. Nei contesti educativi avvengono, spesso senza averne
consapevolezza, significativi processi di mediazione interculturale. In particolare, gli adulti immigrati, diventati
genitori, sono sollecitati a porsi importanti interrogativi rispetto alla loro visibilità sociale all’interno del contesto
scolastico e al loro ruolo educativo nei confronti dei figli.
Per favorire il processo di integrazione interculturale, si intende attuare una serie di azioni significative e nel
contempo agire sull’ambiente del nido. Il progetto prevede alcuni principali elementi: la presenza nel nido di
materiali e sussidi diversi che danno visibilità a culture di altri paesi (libri, cartelloni, bambole e giocattoli, materiale
musicale, fotografie ..); la valorizzazione della lingua d'origine dei diversi bambini, promuovendo diverse azioni,
fra cui: storie, tradizioni, racconti, filastrocche e canzoni (con il 15 coinvolgimento dei genitori), canti,
letture, balli, drammatizzazione di favole o storie dei paesi di provenienza, musiche; il coinvolgimento
dell’associazionismo locale nell’organizzazione di feste ed eventi finalizzati alla reciproca conoscenza e all’incontro.
Nota UNI11034: La struttura deve definire, in un'apposita sezione del progetto educativo, modalità specifiche di accesso ed
erogazione del servizio nel caso di bambini con deficit o con svantaggio sociale
4.7 Attuazione del progetto educativo
La Cooperativa sociale Assistenza 2000 tiene sotto controllo le varie fasi del progetto educativo grazie ad una serie di
moduli che registrano l’andamento dei progressi del bambino. In questo modo resta traccia del percorso effettuato
durante l’anno ed è possibile modificare le attività in caso si renda necessaria un rimodulazione delle stesse.
4.7.1 Ambientamento
4.7.1.1 Realizzazione fase di ambientamento
L’ambientamento è una fase iniziale e delicata che rappresenta l’ingresso del bambino nella struttura ed il primo
distacco dai genitori. Per poter svolgere correttamente questa fase le educatrici hanno a loro supporto degli
elementi in input di cui possono valersi. E’ presente infatti una Scheda ingresso che, oltre a riportare i dati
Assistenza 2000 18 / 32