Page 17 - RelazioneADI
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icazioni semplici, ECG, clistere, terapia iniettiva muscolare e sottocutanea, educazione del
caregiver alla mobilizzazione e prevenzione delle lesioni da decubito, etc.

La lettura di questi dati sconta la presenza di un fattore di disturbo, la presenza cioè,
soprattutto negli anni centrali della serie storica, di una notevole quantità di prestazioni in cui
il livello ADI del relativo percorso risulta non disponibile (linea azzurra); dal momento che però
questo elemento non è presente né negli anni iniziali, né in quelli finali in cui i dati sono stati
rilevati, un confronto tra i due estremi della serie storica può risultare la strategia più indicata.

I dati danno un esito abbastanza chiaro: diminuiscono lievemente le prestazioni erogate
nell’ambito di prese in carico di I livello (da 72 mila a 49 mila), mentre aumentano
notevolmente quelle erogate in percorsi di II livello (da 5 mila a 54 mila) e di III livello (da 5.600
al 27.700). Nel complesso le prestazioni di ADI (comprese quelle di cui non è noto il livello di
intensità di cura) crescono dal 2012 al 2018 da 89 mila a 130 mila, con un aumento annuo del
8%.

Al tempo stesso aumentano notevolmente le cure prestazionali, da 33 mila a 105 mila, che
presentano un carattere più occasionale e non sono inserite in percorsi di assistenza
continuativa; la crescita media di queste prestazioni è pari al 37% su base annua.

Tabella 5 – Evoluzione intensità di assistenza (Anni 2012-2018)

Anno Cure prestazionali ADI I Livello ADI II Livello ADI III Livello ADI (Livello non disponibile) Totale
2012 121.948
2013 32.827 72.018 5.108 5.602 6.393 110.366
2014 150.545
2015 43.222 41.142 3.804 3.060 19.138 188.610
2016 195.859
2017 79.647 27.901 2.297 4.292 36.408 223.079
2018 234.778
95.492 20.221 3.846 5.852 63.199

91.733 44.897 19.313 13.510 26.406

101.732 53.089 37.838 22.832 7.588

105.100 48.672 53.815 26.723 468

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