Page 11 - RelazioneADI
P. 11
unto la permanenza a domicilio di persone con problemi sanitari che potrebbero, in
assenza di risposte diverse, condurre all’istituzionalizzazione.
5 L’Assistenza domiciliare integrata (ADI)
L’ADI, Assistenza domiciliare integrata, si caratterizza, a differenza del SAD, per la prevalenza
di prestazioni sanitarie e/o socioassistenziali, coordinate tra di loro in un programma
personalizzato di cura, riabilitazione e assistenza erogato al domicilio delle persone non
autosufficienti o fragili, di ogni età, per lo più affette da patologie cronico-evolutive che
abbiano difficoltà ad usufruire dei servizi ambulatoriali, ma per i quali non sia appropriato il
ricovero in ospedale.
Di norma, si accede all’ADI mediante una valutazione multidimensionale effettuata dalle unità
valutative multidimensionali che predispongono, per ogni paziente, un piano assistenziale
individualizzato. L’ADI, gestito dall’ASL anche in collaborazione con il Comune di residenza
della persona beneficiaria, comprende diverse tipologie di assistenza che si articolano in vari
livelli, diversificati in base alla loro maggiore o minore intensità assistenziale, al numero e alla
competenza professionale degli operatori coinvolti, al profilo dell’utenza a cui si rivolgono e
al livello operativo territoriale e integrato coinvolto (Falasca C., 2018).
Come si può intuire dallo stesso nome, l’Assistenza domiciliare integrata si caratterizza di un
insieme coordinato di attività sanitarie e socioassistenziali, e si colloca al centro di una rete di
servizi a cui appartengono strutture sia ospedaliere che territoriali. I destinatari del servizio
sono pazienti impossibilitati a raggiungere lo studio del proprio medico di base per non
autosufficienza e/o presenza di barriere architettoniche, ma anche pazienti affetti da malattie
non invalidanti, malattie invalidanti o in fase terminale che necessitano di interventi sanitari
diagnostici, terapeutici e/o riabilitativi erogabili a domicilio.
L’Assistenza domiciliare integrata assicura quindi, da un lato, prestazioni infermieristiche (es.
attività di prelievo, mobilizzazione, somministrazione di terapie etc.), riabilitative, mediche
(es. visite specialistiche, esami diagnostico-strumentali etc.) e terapeutiche e, dall’altro,
prestazioni di natura socioassistenziale (es. igiene personale e dell’ambiente, sorveglianza per
terapie farmacologiche, attivazione di pasti a domicilio, servizi di trasporto, etc.). L’ADI è
gestita da un’equipe multiprofessionale (medici di base, infermieri, medici specialisti,
fisioterapisti, assistenti sociali, volontari) che ha come obiettivo l’integrazione di competenze
professionali diverse volte al miglioramento della qualità della vita, alla stabilizzazione del
quadro clinico e al rallentamento del declino funzionale e cognitivo dell’assistito. Di
conseguenza, i principali obiettivi sono:
assicurare un’adeguata assistenza sociosanitaria presso l’ambiente di vita del paziente;
evitare ricoveri non appropriati e di lungo periodo in ospedali e strutture residenziali;
promuovere le dimissioni protette del paziente, realizzando la continuità e
l’integrazione dell’assistenza nel passaggio da un luogo di cura ad un altro.
10
assenza di risposte diverse, condurre all’istituzionalizzazione.
5 L’Assistenza domiciliare integrata (ADI)
L’ADI, Assistenza domiciliare integrata, si caratterizza, a differenza del SAD, per la prevalenza
di prestazioni sanitarie e/o socioassistenziali, coordinate tra di loro in un programma
personalizzato di cura, riabilitazione e assistenza erogato al domicilio delle persone non
autosufficienti o fragili, di ogni età, per lo più affette da patologie cronico-evolutive che
abbiano difficoltà ad usufruire dei servizi ambulatoriali, ma per i quali non sia appropriato il
ricovero in ospedale.
Di norma, si accede all’ADI mediante una valutazione multidimensionale effettuata dalle unità
valutative multidimensionali che predispongono, per ogni paziente, un piano assistenziale
individualizzato. L’ADI, gestito dall’ASL anche in collaborazione con il Comune di residenza
della persona beneficiaria, comprende diverse tipologie di assistenza che si articolano in vari
livelli, diversificati in base alla loro maggiore o minore intensità assistenziale, al numero e alla
competenza professionale degli operatori coinvolti, al profilo dell’utenza a cui si rivolgono e
al livello operativo territoriale e integrato coinvolto (Falasca C., 2018).
Come si può intuire dallo stesso nome, l’Assistenza domiciliare integrata si caratterizza di un
insieme coordinato di attività sanitarie e socioassistenziali, e si colloca al centro di una rete di
servizi a cui appartengono strutture sia ospedaliere che territoriali. I destinatari del servizio
sono pazienti impossibilitati a raggiungere lo studio del proprio medico di base per non
autosufficienza e/o presenza di barriere architettoniche, ma anche pazienti affetti da malattie
non invalidanti, malattie invalidanti o in fase terminale che necessitano di interventi sanitari
diagnostici, terapeutici e/o riabilitativi erogabili a domicilio.
L’Assistenza domiciliare integrata assicura quindi, da un lato, prestazioni infermieristiche (es.
attività di prelievo, mobilizzazione, somministrazione di terapie etc.), riabilitative, mediche
(es. visite specialistiche, esami diagnostico-strumentali etc.) e terapeutiche e, dall’altro,
prestazioni di natura socioassistenziale (es. igiene personale e dell’ambiente, sorveglianza per
terapie farmacologiche, attivazione di pasti a domicilio, servizi di trasporto, etc.). L’ADI è
gestita da un’equipe multiprofessionale (medici di base, infermieri, medici specialisti,
fisioterapisti, assistenti sociali, volontari) che ha come obiettivo l’integrazione di competenze
professionali diverse volte al miglioramento della qualità della vita, alla stabilizzazione del
quadro clinico e al rallentamento del declino funzionale e cognitivo dell’assistito. Di
conseguenza, i principali obiettivi sono:
assicurare un’adeguata assistenza sociosanitaria presso l’ambiente di vita del paziente;
evitare ricoveri non appropriati e di lungo periodo in ospedali e strutture residenziali;
promuovere le dimissioni protette del paziente, realizzando la continuità e
l’integrazione dell’assistenza nel passaggio da un luogo di cura ad un altro.
10